Negli scorsi giorni si sono fatti registrare in Francia numerosi atti antisemiti, che la dicono lunga sul clima che si sta diffondendo oltralpe. Dalle scritte apparse sui pannelli segnaletici delle autostrade che portano a Parigi, o sui graffiti su muri e garage della città che definiscono Macron di volta in volta “scrofa ebraica”, “cagna degli ebrei” sino a “pute à Juifs”, alla parola tedesca Juden in vernice gialla spruzzata sulla vetrina di un negozio della catena Bagelstein del 4° arrondissement parigino, nel quartiere ebraico sull’isola Saint Louis, apparsa nella notte tra venerdì e sabato scorso e che ben tristi ricordi richiama alla memoria. E come se questo non bastasse svastiche sono apparse sulle cassette della posta decorate col volto di Simon Veil, (sopravvissuta alla deportazione ad Auschwitz) dall’artista Christian Gue’my in occasione dell’ingresso della grande e compianta donna della politica e della cultura francese, nonché Presidente del Parlamento Europeo, scomparsa nel 2017, al Pantheon lo scorso 1° luglio. Persino un Albero della Memoria, piantato per onorare il giovane ebreo Ilan Halimi, rapito, torturato per 24 giorni e infine ucciso nel 2006 da una cellula criminale islamica nota come la gang dei barbari, è stato sradicato, non risparmiandolo dalla violenza dell’odio fine a sé stesso, come a voler offendere persino il ricordo di questa giovane vita spezzata dalla follia. Tutto ciò solo negli ultimi cinque o sei giorni, in una degradante escalation di criminali atti vandalici. Quella francese è la più grande Comunità Ebraica al mondo, dopo quelle israeliana e statunitense, pertanto il livello dell’antisemitismo, che ha fatto registrare un aumento del 74% nel 2018 (gli atti antisemiti sono passati da 311 a 541), è considerato, anche a detta del prestigioso Le Monde, un barometro dello stato di salute della società in Francia. La classe politica francese ha condannato all’unisono questi atti, manifestando non poca preoccupazione per il progressivo deteriorarsi della situazione, che sicuramente indebolisce la democrazia del Paese. Una preoccupazione che ci sentiamo di condividere dal momento che se l’antisemitismo, seppur mai morto, era costretto alla dimensione del sotterraneo per non infrangere il velo della soggezione alla Storia, ora è divenuto una veste fin troppo facile da portare.