Moduli abitativi distrutti, dati alle fiamme e allagati. Ieri sera, al San Paolo di Bari, nel Centro di permanenza per i rimpatri (CPR) si è scatenata una violenta ribellione ad opera di alcuni migranti nigeriani. La causa sarebbe stata la notizia di un imminente rimpatrio per alcuni di loro. Scene di guerriglia che hanno portato alla parziale distruzione del centro, al ritrovamento di rudimentali armi da taglio e tanti accendini. Tutti oggetti la cui detenzione è vietata all’interno del centro. I migranti hanno poi cosparso la pavimentazione di acqua saponata, impedendo ai militari – carabinieri, polizia e vigili del Fuoco – il normale svolgimento delle operazioni. Durante la rivolta due carabinieri e un poliziotto hanno riportato contusioni, e sono stati accompagnati al pronto soccorso. La conta dei danni è tuttora in corso ma si mette in risalto l’evidente difficoltà legata al CPR. Una situazione ad alto rischio che lo stesso presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella, aveva definito qualche giorno fa “Una bomba ad orologeria”. Aggressioni agli operatori, tentativi di rivolta sedati, inferiorità numerica dei militari preposti al controllo (due per 90 ospiti) sono solo la punta dell’iceberg.