
Bari saluta per sempre una delle personalità più autorevoli, carismatiche e talentuose del mondo dell’arte, Renato Nosek, ex docente di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico “G.De Nittis”. Pochi giorni fa è scomparso Renato Nosek, 72enne, pittore, incisore e, per molti anni, docente di Discipline Pittoriche. Bari vede tristemente spegnersi una luce importante nel proprio firmamento culturale e, incredibile a dirsi, sembrerebbe quasi non essersene accorta. Forse non dovrei dire “incredibile”, perchè sono stata sua allieva e amica per tanto tempo e so quanto sia stata difficile la relazione fra lui e l’ambiente culturale della città, che ha sempre prediletto le tendenze afferenti all’area artistica della Transavanguardia, mentre lui rappresentava l’altra voce dell’arte, che sceglieva la pittura come primario linguaggio di espressione. La pittura di Renato Nosek si connotava da una tale competenza tecnica da divenire virtuosismo, che però non restava mai fine a sè stesso. La sua pittura era profondamente radicata in una ricerca complessa fatta di cultura, pensiero, sentimento, ricordi, rimandi e riflessioni, in cui il tempo era una dimensione assolutamente marginale. Il tempo delle idee e dell’arte, nelle opere di Renato, è infatti un tempo relativo, e non ha nulla a che fare con il tempo assoluto e cronologico della storia. Quel tempo, anzi, veniva spesso fermato, ingannato, piegato, persino ignorato. Renato Nosek non si è mai sentito obbligato ad apparire moderno. Almeno, non ha mai rinunciato alla pittura e alla figurazione, per esserlo. La sua conoscenza delle tecniche pittoriche del passato e la sua visione artistica, sempre alla ricerca di un punto di equilibrio fra reale e ideale, lo collocano al di sopra e oltre il tempo storico. Dopo l’esperienza degli anni Novanta nel gruppo della Nuova Maniera Italiana, che lo ha portato alla notorietà in ambito internazionale, la sua ricerca pittorica ha assunto toni più intimisti, in un racconto della condizione umana che trova luogo in una dimensione sospesa della realtà, in cui a regnare sono la luce, calda e avvolgente, la materia pittorica e il silenzio. Lo studio di Renato Nosek era paragonabile ad una sorta di Arcadia e il mondo esterno, con le sue banalità quotidiane, sembrava fermarsi appena prima della porta. Era come varcare una soglia magica che conduceva in una dimensione differente, fatta di bellezza, cultura, poesia. Non tutti erano ammessi a conoscere questo mondo: potervi entrare significava esser parte di un gruppo di “eletti”, perchè tale era la sensazione che si provava. Si può affermare che nella bottega di Renato Nosek abitasse l’Arte. A livello personale, posso solo dire che salutare lui, per me significa separarmi da un pezzo fondamentale della mia vita. Fu mio insegnante al Liceo e, negli anni successivi, mi rifugiavo praticamente ogni giorno nel suo studio e imparavo ciò che l’Accademia di Belle Arti non mi insegnava. Proporre un’idea di pittura con un richiamo stilistico al passato, in Accademia, era infatti un’operazione molto rischiosa e, nel farlo, ci si andava a complicare la vita. Come ho fatto in molte altre circostanze, scelsi senza esitazione la via più difficile, perchè nessuno era bravo come lui. Nel tempo, la stima professionale è diventata anche grandissima amicizia. Negli ultimi periodi, ho condiviso con lui molte conversazioni, continuandogli a domandare consigli sui miei lavori, e lui chiedeva a me cosa pensassi delle sue opere. Tra i vari discorsi, emergeva anche il racconto della sua malattia e della sofferenza che solo l’esercizio della pittura riusciva a lenire. Una battaglia lunga, che ha portato avanti con grande coraggio e dignità. La sua morte non è giunta inaspettata, tuttavia, mi è sembrato surreale essere lì a porgergli l’ultimo saluto. Mentre viaggiavo fra ricordi ed emozioni, mi ha colpito, infine, un piccolo dettaglio. Sul manifesto funebre, sotto al suo nome, c’era la definizione “artista”. Non so se gli sarebbe piaciuto, perchè a Renato, a mia memoria, piaceva definirsi semplicemente “pittore”. Trovo surreale, anche, essere qui a scrivere un articolo in sua memoria; non avrei mai immaginato di dover essere io a raccontare Renato Nosek alla sua stessa città, nella speranza che, una volta per tutte, si degni di ricordarlo. Quello che so è che i suoi allievi, e tanti altri del mondo della cultura nazionale ed internazionale lo ricorderanno, e che la sua eredità artistica resta un patrimonio prezioso che non andrà perduto.Saluto così il mio Maestro pittore, il caro amico di una vita. Spero, con queste mie parole, di aver reso abbastanza onore alla grande persona che era.
“Ringrazio la redazione di “WideNews”, e in particolare l’amica Elvira Zammarano per avermi dato l’opportunità di ricordare Renato Nosek pubblicando questo articolo. Le foto pubblicate sono state gentilmente concesse da Enrico Nosek, che a titolo personale ringrazio per la grande disponibilità”.
Complimenti Roberta per aver dato con le tue parole, risalto a questo uomo che è stato un artista a tutto tondo
mi e’ giunta tardi notizia della sua dipartita. Peccato.
Sicuramente da quello che vedo un grande pittore, purtroppo non conosciuto nell’ambito del collezionismo nazionale. Da venti anni circa frequento gallerie e aste e non avevo mai sentito parlare di Renato Nosek. Qualcuno riscoprirà in futuro lui e gli altri artisti dimenticati? Darà loro il giusto valore? Paladini di un’arte antica, del saper fare. Certo il cammino della ricerca estetica non può fermarsi guardando solo al passato, ma il passato è il nostro patrimonio culturale e non deve essere dimenticato. E’ la sponda da cui salpare per nuove terre.
Onore a Renato Nosek e alla sua arte. Penso che la sua città, in cui ha vissuto e insegnato, potrebbe da subito onorarlo intitolandogli una strada, un parco……
Per caso, mi sono imbattuta, in questa triste notizia, avendo frequentato il liceo artistico e l’accademia, conoscevo di vista il professor Nosek e ricordo bene quanto mi facevano sognare i Suoi lavori! Mi riproponevo sempre di voler andare a cercarlo per acquistare una Sua opera ma…. il tempo trascorreva tra mille cose da fare! Purtroppo anche altri due artisti, che sono stati miei professori non ci sono più,Mimmo Fiorelli e Beppe Labianca, di loro oltre al dolce ricordo ed insegnamenti, conservo opere a me care! Sarebbe bello ritrovare tutte le Loro Creazioni insieme in una bella mostra, in un bel catalogo che possa dare Loro onore!