Sarebbe la gioia, secondo la maggior parte degli studiosi, la prima vera grande emozione provata dai bambini. Ma sulla datazione, i pareri sono discordanti. Da un lato, c’è chi sostiene che le emozioni siano raggruppate in un insieme ben definito e preorganizzato, a disposizione del bambino, subito dopo la nascita. Dall’altro c’è chi ritiene, invece, che lo stesso raggruppamento sia percepito più attivamente dal bambino dopo i sei mesi di vita. Ma cosa sono le emozioni? La prima cosa da dire è che non hanno niente a che fare coi sentimenti. Perché, le emozioni sono le nostre risposte rapide – e di breve durata – ai diversi stimoli della vita. Mentre il sentimento, dura nel tempo e descrive la consapevolezza che elaboriamo su quelle risposte. Per questo motivo, all’interno di un sentimento è normale trovare più emozioni che, di solito, vengono catalogate in positive o negative. In realtà sarebbe più corretto definire queste ultime come “parassite”, perché, di fatto, assorbono forza ed energia in coloro che le provano. Per quanto riguarda i bambini, chi afferma che la percezione delle emozioni in loro avvenga dopo i sei mesi di vita, fa riferimento, prevalentemente, a un tipo di emozioni dette “Universali” o di base. Queste si manifestano pian piano e con una sequenza precisa cronologicamente: prima la gioia, poi la collera, la paura e infine la tristezza. Solo verso i cinque-sei anni, ma con qualche avvisaglia già intorno ai 12 mesi, avranno luogo le cosiddette emozioni “sociali”: la vergogna, l’imbarazzo, la gelosia, l’invidia e la colpa. Sarà il traguardo dei sette anni a “stabilizzare” la coscienza del proprio sé in relazione anche alle emozioni. Questo sarà il momento che porterà i bambini a vivere contemporaneamente più emozioni e ad avere capacità di elaborare sentimenti più complessi.