“E’ il sentimento a guidare le mani in tutto ciò che faccio…creo ciò che immagino”. Con queste parole Alessandra Calefati dà il benvenuto ai visitatori di Kendra. Un sito on line che racchiude tutta la creatività di questa giovane donna che, con poco e dal nulla, ha realizzato un’attività imprenditoriale di prim’ordine. Ma per il successo, oltre alla creatività, ci vogliono, naturalmente, anche altri requisiti: la passione, la serietà, la competenza e tanta determinazione. Qualità di Alessandra, che, infatti, sa quello che vuole e come ottenerlo. Sempre molto accurata nella ricerca dei dettagli, ha basato tutta la sua attività sul rispetto e l’ascolto dell’altro, perché un sogno per diventare realtà ha bisogno anche di questo.
Kendra, un nome inusuale, insieme all’idea di creare fiori. Come mai in tessuto?
Kendra nasce dall’acronimo di Alessandra ( ndra ) e Calefati (Ka). Suonando male il “Ka”, ho pensato di modificarlo in “Ke”… da cui Kendra. Perché i fiori? Perchè sono la rinascita, la lucentezza, la primavera, la vita. Il fiore ricorda sempre qualcosa o qualcuno. Ricorrenze, avvenimenti sono quasi sempre caratterizzati da fiori. Tutto nasce dal fatto che il fiore naturale dopo un po’ si perde e con lui anche il ricordo. Questo, al contrario, non può accadere per quello creato con materiali consistenti. Tra l’altro, in natura, non è sempre possibile trovare fiori dai colori “moda”, cosa invece fattibile se si usano stoffa, carta, plastica, piume, merletti, pizzi, tulle, organza e in alcuni casi, gomma. In questo modo tutto acquista unicità e diventa corrispondente al desiderio del cliente. Senza limiti per la fantasia.
Hai usufruito dei fondi previsti per l’imprenditoria giovanile?
Purtroppo no. Non sono mai riuscita a utilizzare nessun fondo. Troppa burocrazia, troppe trafile, troppi tempi d’attesa. Le istituzioni non si rendono conto che così bloccano l’imprenditoria giovanile e non. Ho iniziato con poco, con tutto ciò che avevo, pian piano, cercando di lavorare al meglio. Minime risorse, molti sacrifici. Una continua evoluzione sino a creare un marchio tutto mio, una rete di collaboratori esterni ed un ampia fascia entro cui proporre i miei lavori.
Oltre queste, quali altre difficoltà hai incontrato?
Dai fondi centellinati, alla titubanza dei clienti, alla difficoltà a livello famigliare. Nessuno, inizialmente, credeva nelle mie potenzialità. Ma non mi sono arresa. Anzi. Tutte le volte che mi si poneva un ostacolo, trovavo in me e nel mio compagno, la forza e lo sprono ad insistere. Dopo le prime difficoltà finalmente c’è stata la svolta. La gente iniziava ad apprezzare i miei lavori e a contattarmi. Da quel momento il passaparola, la pubblicità, il saper interagire ed immaginare ciò che il cliente desiderava sono stati determinanti per la crescita.
Puoi chiamare la tua attività impresa?
La mia non posso definirla veramente un’impresa. Perché mi piace più pensarla come una grande famiglia. Composta da collaboratori stretti e da tutti quelli che ruotano attorno agli eventi: wedding planner, negozi di oggettistica, le commesse dei privati – per lo più composizioni floreali – e dei professionisti teatrali, con le loro scenografie per interviste, spesso rappresentate da muri in fiore.
Quali sono i tuoi timori oggi?
Credo siano simili a quelli di ogni artista, imprenditrice o lavoratrice autonoma. Intanto il pensiero costante che tutto deve evolvere sempre in meglio. Poi c’è il timore di non riuscire sempre a interpretare gusti e desideri dei clienti. Alla fine, però, dai sorrisi e dallo stupore dei volti, comprendo che ciò che creo piace. Ed è con soddisfazione che rivelo in un’anteprima a “WideNews”, che fra un po’ lanceremo altre linee, collegate a Kendra, ma che si occuperanno di altro.
Alessandra, come immagini il tuo futuro?
Non mi piace guardare troppo oltre. Sicuramente voglio affermarmi in Italia con la mia azienda e dare lavoro ad altre donne. Posso anche lavorare tutto il giorno, non mi pesa. Tuttavia mi do dei tempi, per rispettare la mia vita privata, sempre e comunque al primo posto. Penso che queste siano le ambizioni di tutte le donne. Anche se molto spesso si ritrovano, come me, a vivere un mondo dove, nulla è facile, scontato, ma neppure impossibile. Questo è un messaggio per tutti quei ragazzi che pur intuendo le loro potenzialità, hanno paura di mettersi in gioco. Il mio futuro non è stato ancora scritto. Del resto il futuro è quello che ci creiamo noi, giorno dopo giorno.