Accumulare in modo persistente o ricorrente, per almeno 12 mesi, oggetti, materiali, beni – spesso inutili e dannosi – o la difficoltà ad eliminarli, indipendentemente dal loro valore reale, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è disturbo medico. Un tempo tali comportamenti rientravano nel cosiddetto “stile di vita” e le persone che ne erano affette, sovente venivano considerate bizzarre. Oggi, si è fatta finalmente chiarezza, perché questo disturbo, assai invalidante e pericoloso, può essere curato come una qualsiasi altra malattia. Infatti l’OMS l’ha inclusa, insieme alla ludopatia (dipendenza dal gioco d’azzardo) e alla sindrome di riferimento olfattivo ( la persona è convinta di emanare cattivo odore), nel capitolo sui Disturbi Ossessivo-Compulsivi del DSM 5 (APA, 2013), ma separata dal DOC. Il disordine da accumulo, nel solo Regno Unito colpisce 1,2 milioni di famiglie con danni significativi sia per gli ammalati che per i loro congiunti. La loro esistenza risulta, infatti, fortemente compromessa. Basti pensare a tutti quegli spazi vitali, resi inaccessibili e inutilizzabili da ingombri smodati.«Tra le altre caratteristiche della patologia – dice Vladimir Poznyak, del dipartimento per la salute mentale dell’Oms – c’è il fatto che anche quando si manifestano le conseguenze negative dei comportamenti, non si riesce a controllarli. Ciò comporta problemi nella vita personale, familiare e sociale, con impatti anche fisici, dai disturbi del sonno ai problemi alimentari. Per questo – conclude Poznyak – il disturbo da accumulo, sulla base degli ultimi sviluppi delle conoscenze sul tema, entra necessariamente tra la patologie».