Un bell’articolo dell’avv.ssa Grilli per informare sulle ultime novità legislative che riguardano tutti. Buona lettura.
In Italia è tristemente assurto alle cronache, il fenomeno del femminicidio. Quasi ogni giorno la notizia di un ennesimo femminicidio ci colpisce nel profondo e ci fa inorridire per la dovizia di particolari con cui ci viene notificata dai mezzi di comunicazione di massa. Solo a partire dal 2001 è stato introdotto tale termine che identifica l’uccisione della donna in quanto tale, sic et simpliciter;. Prima del 2001 esisteva, per il codice penale, il termine di uxoricidio che identificava l’uccisione della moglie (uxor) o, più in generale, del coniuge. Nella sua accezione più ampia però, il femminicidio ricomprende non solo l’uccisione della donna, ma anche una serie di condotte illecite quali il maltrattamento, la violenza fisica, psicologica, economica e sessuale che ledono gravemente la dignità e l’integrità psico-fisica della donna e possono culminare in gravi forme di sofferenza, nei tentativi di omicidio o nell’atto finale dell’omicidio stesso. Di solito il femminicidio prende l’avvio tra le mura domestiche, all’interno di un rapporto di coppia o di parentela, ad opera di padri, mariti o partners che tendono ad assumere il potere al solo scopo di creare posizioni di svantaggio. La violenza domestica si qualifica prevalentemente con violenza verbale, psicologica o con minacce di imposizioni di rapporti sessuali. Ad essere violentate donne e bambini ossia, due categorie che in un rapporto familiare partono da una posizione di svantaggio e uno squilibrio di potere e/o di dipendenza nei confronti dell’uomo In questo squilibrio di rapporti la donna soccombe sia per la vergogna, sia per la sudditanza e la paura oltre ad un sentimento di con/colpevolezza – credendosi in parte colpevole della reazione violenta subita; sia chi materialmente vive queste situazioni e sia chi marginalmente ne venga a conoscenza, avvia meccanismi di negazione per giustificare o minimizzare la gravità di queste situazioni, nella speranza che l’atto violento sia unico e non si reiteri più. Se la violenza avviene ciclicamente, assume i connotati del maltrattamento. La violenza domestica inoltre, è fortemente correlata allo sviluppo di disturbi post traumatici da stress derivanti, in chi la subisce, da una sensazione di impotenza. L’innesco della violenza maschile viene avvertito dalla donna come un potenziale segno premonitore dell’abbandono il che la spinge ad evitare di contestare od opporsi, assecondando i suoi voleri. Con La finta riappacificazione l’uomo viene riaccolto e perdonato e si innesca così nella donna una forte dipendenza alla fase di riappacificazione, sempre meno frequente della fase violenta; l’uomo acquista così sempre più potere all’interno della coppia Dai Centri antiviolenza, da fonti sanitarie e giudiziarie apprendiamo, da segnalazioni fatte da donne, in che consistano tali atti di violenza: aggressioni fisiche (pugni, calci al capo al viso, contusioni, ematomi , ferite), violenze psicologiche, abusi e violenze sessuali, stupri, stalking, ricatti, minacce, deprivazioni di fondi e risorse economiche. Statisticamente viene confermato altresì che, per una donna, il rischio di subire violenza da parte di un membro della famiglia o di un compagno, è mediamente molto più elevato rispetto a quello di essere aggredita da uno sconosciuto per strada. Informazione, formazione, sostegno economico e psicologico sono alla base della nuova consapevolezza della donna; alle prime avvisaglie di violenza dovrà alzare la guardia, parlarne con i familiari, Centri Antiviolenza e chiudere il rapporto prima che sfoci in tragedia. Dovrà rivolgersi al locale Pronto Soccorso denunciando le evidenti lesioni; il referto del P.S. sarà importante per la valutazione del tipo di violenza o della pericolosità della stessa, ad opera delle Autorità. In seguito, la persona arrestata, in fase di indagini, sarà valutata attentamente per la scelta delle misure cautelari da applicare: restrittive se il presunto autore del reato può costituire pericolo per mogli compagne e figli, libertà con divieto di dimora o ordine di allontanamento se il pericolo non sussiste. Con decretazione d’urgenza ex art. 77, il Decreto Legge del 14 agosto 2013 n. 93 è stato convertito in Legge 15 ottobre 2013 n. 119 e comprende 11 articoli, ma di questi solo 5 si riferiscono alle donne. Sono stati introdotti:
- L’aggravante se la violenza sessuale è commessa in danno di minore; se sussiste relazione affettiva tra l’aggressore e la vittima di violenza; pena inasprita nel caso di violenza sessuale su donne in gravidanza.
- Arresto obbligatorio in flagranza di reato di maltrattamento in famiglia o stalking, introduzione del braccialetto elettronico, possibilità di ricorso all’intercettazione telefonica.
- Obbligo di informazione per le vittime di violenza e Piano Antiviolenza finanziato con 10.000 euro; gratuito patrocinio per stalking, maltrattamenti o mutilazioni genitali.
- Querela irrevocabile in caso di alto rischio per la persona e ammonimento per lesioni.