Conviviamo, ormai, con molte etnie, si sta costruendo pian piano una realtà multiculturale, e sarebbe educativo e di aiuto conoscere bene costumi ed usanze reciproche per una più civile convivenza. Spesso tramite le associazioni cattoliche si mettono su spettacoli proprio per rendere pubbliche canti, balli e, tante volte, anche piatti di buona cucina etnica. In ogni caso, tutti continuano a vivere mantenendo intatta la propria identità, anche e soprattutto religiosa. I Musulmani, molto presenti sul nostro territorio, ogni anno osservano scrupolosamente, il Ramadan, che coincide con il nono mese del loro calendario islamico, e con l’inizio della luna nuova. È un mese di digiuno e di preghiera, voluto per commemorare la prima rivelazione del Corano a Maometto. Viene praticato da tutti gli adulti, ad esclusione delle donne gravide, in allattamento o mestruate, dei diabetici e, naturalmente, dei malati. Il Ramadan fu istituito nel 624 a.C., dopo che dalla Mecca il popolo islamico si recò alla Medina. Il digiuno inizia all’alba dopo un pasto frugale, il “suhur”, a base di datteri. La tradizione racconta, infatti, che se ne debba mangiare, in alternativa a un sorso d’acqua, uno solo, proprio come fece il Profeta. Durante il Ramadan i musulmani sono chiamati ad astenersi dal fare sesso, dal bestemmiare e dal commettere atti di violenza. Devono pregare cinque volte al giorno e al tramonto fare l’altro pasto – “Iftâr” . Si narra che, in questo periodo, le porte del Paradiso siano aperte, mentre i diavoli sono tutti in catene e le porte dell’inferno chiuse. In molti Paesi islamici, la non osservanza del digiuno in pubblico ha ripercussioni gravi e penali perché, il non digiunare urta la morale islamica. Dopo il periodo di preghiera, per ricordare la grande prova superata da Abramo, arriva l'”Eid Al Adha”, meglio conosciuta come “Festa del Sacrificio. Questa è per i Mussulmani la festa della fede e della totale sottomissione ad Allah. Per ricordare l’antico culto, viene ucciso un animale ( montone, capra, agnello), adulto e sano. La pratica ha più volte richiamato l’attenzione degli animalisti, perché ritenuta eccessivamente cruenta. Di fatto l’animale viene sgozzato e lasciato dissanguare fino alla morte. La nostra legge, secondo cui l’animale prima di essere ucciso, nel mattatoio e in presenza di un veterinario, deve essere sedato, viene puntualmente disattesa. La cosa ulteriormente triste è che tutto il rito dello sgozzamento avviene quasi sempre alla presenza dei bambini.