Classificata come una delle sette meraviglie del mondo e dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, la città Inca Machu Picchu fu scoperta dallo storico americano Hiram Bingham nel 1911. Edificata, tra il 1438 e il 1472, nella valle di Urubamba a 2.430 m. sul livello del mare, dall’imperatore Inca Pachacuti, fu rifugio e difesa dall’assalto dei conquistadores. Tre sono gli edifici più importanti, il tempio del sole, la sala delle tre finestre e l’Intihuatana. La città conta 172 tipici terrazzamenti, scalini e mura scolpiti direttamente nella roccia. Nonostante il Perù sia terra esposta a continui intensi terremoti, il sito non ha mai avuto danni ma solo “rimbalzamenti”. Questo perché è stato edificato sulla cima di due linee di faglia. Machu Picchu conta milioni di visitatori essendo divenuta una delle mete più ambite del turismo internazionale. Ma in pochi conoscono l’esistenza della sua sorella gemella, Choquequirao, il cui nome deriva da Quechua, letteralmente – culla d’oro. Definita come ” straordinaria destinazione” per la sua immensa ricchezza architettonica è autentica e unica nel suo genere. Si dice che fosse stata l’ultimo centro amministrativo, religioso, culturale e politico degli Inca. Purtroppo, ad oggi, è emerso solo il 30% dell’intera superficie. Si ritiene, infatti, che i tesori da scoprire e portare in superfice siano davvero ancora tanti. Per la posizione, poco accessibile, ha conservato la sua totale integrità e raggiungerla diventa complicato e difficile. Partendo dal villaggio di Cachora si devono percorrere 30 km di trekking duro e 4 giorni di attraversamento nella foresta pluviale. Si tratta di percorsi aspri dove – mai senza guide esperte – l’unico riparo possono essere i luoghi di fortuna o le tende. Per questo il numero dei i visitatori annuali (5000) è tuttora esiguo. Ma una volta raggiunta, sforzi e disagi vengono pienamente ripagati.