Pare che molti castelli della (mia) Sicilia – sparsi un pò ovunque sull’isola – siano abitati da fantasmi di tutte le epoca ed età. Anche il castello di Carini, piccolo centro a pochi km da Palermo, non si sottrae a questa “credenza”. L’antico maniero, costruito tra il 1075 e il 1090, apparteneva al Barone di Carini, che sposò la bellissima 14enne, Donna Laura Lanza di Trabia, figlia del conte Cesare. Fu proprio il Conte a volere e sostenere quelle nozze. Le cronache del tempo raccontano che la Baronessa, a causa dei tanti impegni di lavoro, fosse lasciata dal marito troppo spesso sola. Questo portò la nobildonna a cedere alle tentazioni d’amore di un amico d’infanzia, il bel Ludovico Vernagallo, diventandone poi l’amante. I giovani, scoperti dal marito e dal padre, furono rinchiusi e trucidati nella camera da letto della stessa Baronessa. Esiste un documento, redatto nel dicembre 1563, che attesta che fu proprio il padre a compere l’insano gesto per l’onore leso. Nonostante il grande scalpore, il delitto restò impunito. Il marito si risposò di lì a poco, mentre il Conte rinchiuso nel suo castello di Mussomeli, impazzì. Da quel momento, ogni anno, nel giorno della morte, si racconta che il fantasma di Donna Laura, si aggiri senza pace tra le mura dell’antico maniero e che sulla parete della sua stanza compaia l’impronta della sua mano insanguinata. Alcuni hanno affermato di aver visto la Baronessa, come creatura vivente e perfetta, vestita preziosamente e avvolta in uno scialle, inginocchiata nella cappella del castello nell’atto di pregare. Molti sono certi di averla vista anche nel castello di Mussomeli, probabilmente in cerca del padre e del suo affetto. Una storia d’amore e di sangue cantata dai pupari siciliani, ora famosa in tutto il mondo.