È nata l’Associazione “Anna Aloysi Incidente Ferroviario Andria-Corato 12 luglio 2016”. A parlarne, nelle vesti di Presidentessa, è la stessa Anna Aloysi, sorella di Maria. La 49enne vittima, insieme altre 23 persone, del tragico incidente di due anni fa. Ricordiamo che Maria, madre di due adolescenti, molto legata alla famiglia e alla sorella Anna, era su quel treno in procinto di raggiungere, come tante altre volte, uno dei lidi del litorale barese. L’ Associazione, per volontà di Anna Aloysi, nel ricordo di Maria, si farà portavoce di una serie di diritti a tutela dei viaggiatori. «Ricercare cause e omissioni delle parti coinvolte rimarrà uno dei compiti dell’Associazione – afferma Anna Aloysi -. In particolare ci impegneremo a vigilare e a monitorare il grado di efficienza e adeguatezza dei sistemi di sicurezza in uso. Di rendere impeccabile una tratta ferroviaria così altamente trafficata dal servizio pubblico. Come Associazione, vigileremo anche sulla correttezza dei procedimenti giudiziari. In tal senso speriamo che il processo venga celebrato in tempi ragionevoli per dare risposte adeguate ai cittadini e, in modo particolare, a noi familiari già così duramente colpiti. Ci batteremo per un processo equo che individui responsabili ed eventuali complici. Compresi quelli delle società concessionarie o degli enti preposti a vigilare sulla sicurezza dei trasporti ferroviari italiani. Faremo il possibile per far emergere eventuali azioni di “insabbiamento” denunciando tutte le irregolarità. Ma soprattutto speriamo che le persone condannate scontino la loro giusta pena. Interamente. Senza sconti. Perché è giusto che alle vittime sia data la dignità che meritano. Saremo attenti a smascherare le possibili inadempienze della Società concessionaria. Fino al ritiro della stessa concessione. Sappiamo che per motivi diversi questo è già avvenuto. In tal senso siamo fiduciosi che la giustizia farà un buon lavoro. Altro fine dell’Associazione sarà quello di promuovere gli investimenti sui trasporti relativi alle piccole e alle grandi tratte. Lo faremo attraverso la ricerca di nuove tecnologie che favoriscano la regolare comunicazione tra gli addetti ai lavori e il monitoraggio costante dei percorsi. In special modo, chiederemo la manutenzione periodica delle strutture. Inoltre – conclude Anna – metteremo in campo ogni iniziativa commemorativa, utile e necessaria a sensibilizzare l’opinione pubblica. Ci consorzieremo se sarà necessario. Affinchè la nostra battaglia sia sempre riconosciuta a livello nazionale ed internazionale. Non escludo, infatti, che ci possano essere contatti con altre Associazioni di altri Paesi con le medesime finalità. Terremo alta la guardia e ci confronteremo sempre con le Istituzioni per l’applicazione di leggi corrette e funzionali alle moderne esigenze. Saremo attenti a che i risarcimenti previsti dal Fondo siano percepiti dalle famiglie e che per gli esclusi possa esserci un riesame alla luce del regolamento degli aventi diritto. Siamo consapevoli che il percorso sarà lungo e difficile. Ma siamo anche determinati ad andare avanti. La vita dei nostri cari nessuno potrà restituircela. Nessuno potrà ridarmi Maria. Ma cercherò in ogni modo di darle voce e onore portando avanti un progetto che sono certa avrebbe condiviso».
