Alessandra ingaggiata da un call center di Taranto per predire futuro e interpretare il presente ha denunciato al sindacato il mancato riconoscimento del suo lavoro. – «Un anno di colloqui con gente bisognosa di rassicurazioni a 7 centesimi al minuto. Senza contare le tragedie ogni volta che chiedevo la retribuzione». Questa volta è lei a parlare ininterrottamente per raccontare la sua pena. Quella di essere stata, a suo dire, per troppo tempo raggirata. – « Il lavoro è lavoro. E con me la gente parlava di tante cose. Non ho mai preso in giro nessuno. A queste persone davo l’idea di compenetrarmi nei loro problemi, e forse un po’ lo facevo davvero. Dispensavo certezze e conforto per placare ansie e paure. Naturalmente in vista di un compenso tanto pubblicizzato sul web. Gradatamente e senza accorgermene, mi sono ritrovata a lavorare otto ore al giorno, per sei giorni alla settimana, più due domeniche al mese. Cioè, da essere un lavoro part-time, di sei ore al giorno come da contratto, era diventato full time. Allora ho deciso di lasciare e di chiedere i miei diritti, che mi sono stati puntualmente negati. Allora ho deciso di rivolgermi al sindacato dei lavoratori della comunicazione della Cgil nella speranza di fare chiarezza una volta per tutte».