Nasce la prima mano protesica che si comanda con il pensiero e che assume una presa quasi identica a quella di un arto vero. Il merito di questa invenzione è tutto italiano. “Hannes”, è stata sviluppata dalla Rehab Technologies Lab, Laboratorio congiunto nato dalla collaborazione tra Inail e Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Il suo nome è un omaggio ad Hannes Schmidl, Direttore tecnico del centro protesi Inail di Budrio e autore della prima protesi mioelettrica creata nel 1965. La protesi sfrutta gli impulsi che derivano dalla contrazione dei muscoli residui dell’arto. Questi impulsi attivano dei sensori presenti nell’invaso della protesi a contatto con l’arto i quali interpretano il segnale elettrico e lo traducono nel movimento desiderato. La cosa eccezionale di Hannes è la versatilità dei movimenti. Il pollice, per esempio, si può orientare in tre posizioni. Il polso, invece, in cinque posizioni. La mano inoltre può sollevare pesi fino a 15 chilogrammi “Hannes” è, dunque, diversa da qualsiasi altro arto protesico fino ad ora creato, rivoluzionario infatti perché è il primo a tradurre il pensiero del paziente in movimento. Inoltre è molto più leggero e meno costoso delle precedenti protesi e sarà disponibile sul mercato dal 2019. {loadposition anna-caprioli}
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